giovedì 23 febbraio 2012

Mia cara Ebay, ti spiego perchè mi sento tradito

Sempre su www.tecgeconomy.it http://www.techeconomy.it/2012/02/23/mia-cara-ebay-ti-spiego-perche-mi-sento-tradito/ il seguito della mia lettera aperta ad ebay.

Da wikipedia:

eBay è una piattaforma (marketplace) che offre ai propri utenti la possibilità di vendere e comprare oggetti sia nuovi che usati, in qualsiasi momento, da qualunque postazione Internet e con diverse modalità. La vendita consiste principalmente nell'offerta di un bene o un servizio da parte di venditori professionali e non; gli acquirenti fanno offerte per aggiudicarsi la merce. Vengono applicate tariffe, interamente a carico dei venditori, sia per pubblicare un qualsiasi tipo di inserzione sia quali commissioni sul valore finale dell'oggetto venduto. È obbligatoria l'iscrizione gratuita al sito.

La prima frase che si legge consultando la guida ebay è: “eBay è in assoluto il primo sito di commercio elettronico in Italia e nel mondo. Registrati subito anche tu. E’ gratis! Su eBay puoi comprare e vendere di tutto. È facile e divertente”.

Mi registrai nel 2005, acquistai un cellulare. Ne vendetti poi tre.

Un giorno, credo fosse aprile del 2006, sentii parlare mio padre e mio fratello di cessione dell’attività di famiglia, dei macchinari, e del marchio che porta in sé il mio cognome: Caffè Carbonelli”. Produciamo caffè.

A maggio dello stesso anno, mio fratello, scherzando amaramente, dopo che gli dissi di esser riuscito a vendere un vecchio paia di occhiali a 60,00 euro, mi disse: “Vogliamo provare a venderlo qui su, il caffè?”

Lo guardai scettico. “E tu lo compreresti il caffè su internet?”, gli risposi.

Da quel momento però cominciai a leggere le pagine di quella piattaforma con occhi diversi.

Nella pagina ebay dedicata all’ Ecommerce per le aziende, la prima frase che si legge è:

Se vuoi allargare il tuo giro d'affari, raggiungendo nuovi clienti al di fuori della della tua area geografica, eBay è lo strumento giusto, il primo sito di ecommerce in Italia e nel Mondo.

Cazzo! Pensai, e proviamo.

Oggi, dalla stessa pagina, si può accedere a quella dedicata ai “venditori di successo”.

Ed eccomi lì, che già ci mettevo la faccia, all’epoca più paffuta, di fianco a mio padre e mio fratello.

Da wikipedia:

I marketplace sono, in generale, il luogo, reale o metaforico, in cui avvengono degli scambi. Nella lingua italiana, tuttavia, i marketplace servono ad indicare i siti internet di intermediazione per la compravendita di un bene o un servizio; in altre parole il marketplace, che in lingua inglese significa "luogo di mercato", è un mercato online in cui sono raggruppate le merci di diversi venditori o diversi siti web. L'esempio più noto di marketplace è eBay.

Parliamo, quindi di ebay, inteso come luogo di mercato. Come è giusto che sia, ogni mercato ha i suoi venditori professionali, e tra questi ce ne sono sempre alcuni che si distinguono per qualità, economicità, servizi offerti.

Come ogni mercato che si rispetti, anche ebay si basa sul “passaparola” sulla buona nomea dei venditori. Essendo un mercato globale basato su contratti a distanza, ebay ha inserito sulla sua piattaforma, il sistema di feedback. Con questo sistema l’acquirente ha la facoltà di rilasciare un commento positivo, negativo, o neutro, sulla pagina feedback del venditore in questione, che funge da guestbook di tutti gli utenti che hanno effettuato un acquisto presso di lui. Questa pagina diviene, col passare del tempo, la reputazione del venditore.

In questi anni ebay ha integrato il sistema di feedback con la “valutazione dettagliata del venditore”. Qui, oltre a lasciare il feedback, l’acquirente può esporre la sua valutazione, del tutto anonima, per: oggetto conforme alla descrizione, comunicazione, tempi di spedizione, costi di spedizione e imballaggio.

Fino a qualche mese fa, ebay chiamava i migliori venditori professionali Power seller, e li distingueva in cinque livelli (bronzo, argento, oro, platino, titanio) in base al volume di vendite mensili e al numero degli oggetti venduti.

Da qualche mese, questa denominazione non esiste più. E i venditori che l’avevano acquisita per merito, si sono ritrovati d’ un tratto a dover rinunciare alla qualifica, ed a verificare mese per mese di avere i requisiti per rientrare nella nuova macrocategoria dei venditori “Affidabilità Top”, dove diventa di fondamentale importanza, non solo il feedback, ma soprattutto la valutazione dettagliata del venditore. I venditori affidabilità top beneficiano di maggiore visibilità nella ricerca degli oggetti, e particolari sconti sulle commissioni sul venduto.

Tra le tante cose, il gruppo ebay ha creato quello che è il sistema di pagamento più sicuro per le transazioni online. Paypal. Questo ha, con gli anni, avvicinato gli utenti all’ ecommerce, grazie all’ottimo sistema di protezione per gli acquirenti, che garantisce a chi acquista, la massima protezione in caso di truffa, o semplici acquisti relativi ad oggetti non conformi alla descrizione, o non rispettanti i tempi previsti. Con rimborso totale della somma versata.

Ebay sembrerebbe aver creato un sistema perfetto. Peccato che resta chiuso.

Nell’era del social network (ho sempre amato definire ebay un social market), ebay non ci mette la faccia. Un venditore professionale, ed un professionista serio, deve accettare risposte generiche, dall’assistenza clienti, rimandanti alla consultazione delle regole previste dalla piattaforma in questione, senza possibilità di un confronto. E’ ingiusto che una piattaforma tanto seria, che ha fatto la propria fortuna anche grazie alla professionalità di tante pmi e degli oggetti da queste venduti (ebay trattiene una commissione pari all’ 8%) a causa di una scarsissima elasticità, e alla totale protezione esclusiva dell’acquirente, dia la possibilità ad un utente qualsiasi di ledere la reputazione di un venditore professionale potendo rilasciare un feedback basandosi su gusti personali, e non sulla effettiva efficienza dei servizi offerti dal venditore e del relativo prodotto corrispondente a descrizione. A fomentare le obiezioni dei venditori, il fatto che ormai non è più possibile rilasciare feedback negativo agli acquirenti. Non è previsto, inoltre, un ufficio addetto a studiare ad hoc i casi venutisi a creare, ma il venditore bisogna che si accontenti dell’invito a rivolgersi al giudice di pace. una beffa vera e propria, i venditori, la subiscono quando, come e' accaduto in questo periodo, a causa di disservizi provocati con giusta causa dai trasportatori (partner essenziali per un buon venditore che usa l'ecommerce come suo canale di vendita primario), gli acquirenti valutano scarsa la voce "tempi di spedizione", punto fondamentale nella valutazione dettagliata del venditore, causando il declassamento del fornitore da "affidabilita top" a semplice venditore.

Doverosa e' quindi una preghiera ad ebay, che apra un ufficio dedicato ad un servizio clienti maggiormente preparato alla tutela di quelle aziende che, oggetto dopo oggetto, pagando i dovuti diritti di commissione, riescono a venir fuori da una crisi economica straziante, grazie a quello che prima era identificato come un canale di vendita alternativo, ma che oggi e' la salvezza di tante pmi.


mercoledì 22 febbraio 2012

Mia cara Ebay, amante infedele.

Ho scritto questa lettera aperta, pubblicata su www.techeconomy.it http://www.techeconomy.it/2012/02/22/mia-cara-ebay-amante-infedele/

Mia cara eBay,

sembra ieri quando ci conoscemmo. Tu ancora giovane e sbarazzina, che a testa alta col tuo tailleur cercavi relazioni serie, stanca delle solite “bottarelle e via” dei furboni che ti usavano al solo scopo di un’eccitazione momentanea, e io che timidamente ti osservavo da lontano chiedendomi se mai potessi accorgerti di me.

Quei tuoi colori solari, quella tua forma disordinatamente accattivante, e quel tuo linguaggio nuovo, bello, che col tempo mi ha arricchito a tal punto da farlo mio.
Pensavo e ripensavo a come attrarti. Prima ti offrii dolci che hai fatto assaggiare un po a tutti i tuoi amici sparsi per l’Italia, volevo prenderti per la gola. Poi ricordo che un giorno ebbi un’occasione da un amico, e ti portai uno di quei pupazzi giganti di Winnie the Pooh, da vetrina, che ora è in bella mostra in un Hotel Parigino. Arrivai a fare quelle sciocchezze da adolescente innamorato, per te.
Ma sentivo che non bastava, mi trattavi come uno dei tanti, ci sbattevo la testa, e pensavo a cosa poterti offrire, di buono, bello e duraturo. E una notte, osservandoti nei dettagli, forse capii che quello che più ti sarebbe piaciuto, sarebbe stata la cosa più semplice che avevo. Un caffè. Oh, quanti caffè ti ho offerto da quel lontano duemilasei ad oggi.

Tutto nacque dal primo, messo lì con una classica musichetta di sottofondo e De Filippo che te lo presentava dal suo balconcino, il classico espresso napoletano. Forse da lì capisti che facevo sul serio, che non ero uno dei tanti. Ricordo che cominciasti a parlarmi di feedback. Studiammo insieme il modo in cui diventare più belli. E io lì a vantarmi dei complimenti che i tuoi amici rivolgevano ai miei caffè e a come stavo riuscendo a rapire il tuo cuore.
Fu un amore folle. Per te non dormivo la notte. Seguivo ogni tuo passo, e diventai gelosissimo. Studiai i movimenti di tutti quei tuoi corteggiatori improvvisati, e anche di quelli che già da tempo ci provavano seriamente come me. Alla fine ci riuscii. Perchè gli altri non avevano quello che avevo io. Io solo ero l’originale.

Cominciai ad entrare nelle tue grazie. Dopo mesi di presentazioni e costanti ammiccamenti, mi rendesti felice inserendomi in quella categoria dove erano i corteggiatori migliori che ti piaceva chiamare “power seller”. Ed io lì contento che mi dicevo: vuoi vedere che anche lei si sta innamorando di me? E comunque non bastava. Sentivo che ti dividevo ancora con gli altri.
Andammo avanti per mesi, ed eri sempre più contenta di me, delle mie prestazioni. Una sera di quel lontano dicembre mi sussurrasti all’orecchio, “TI AMO”. Il giorno seguente mi ritrovai lì in prima pagina, dicevi a tutti che ero il migliore. Ti vantavi con tutti, “eccolo, eccolo, Il migliore venditore della piattaforma”. In un primo momento, era come se stessi toccando il cielo con un dito. C’ero riuscito. Umilmente, io, piccolo piccolo, ero arrivato a scalare il tuo cuore fino a farti innamorare. Oh, quanto siamo stati felici insieme. Cominciai così a credere sempre più in me, in quello che potevo offrire. Non ho mai pensato neanche per un momento a farmi l’amante. Eppure se ne sono presentate, pronte ad accogliere tutti i miei caffè. Piattaforme di ogni tipo, anche le tue gemelle francesi, inglesi e tedesche. E invece no. Io ti sono sempre stato fedele. Eravamo sempre più soddisfatti del nostro legame. Ci arricchivamo di noi.

Poi, ad un certo punto qualcosa è cambiato. Pensai “eccola, la crisi del settimo anno”, invece era solo il quinto. Tutto andava bene, quando ad un certo punto iniziasti a sparare paroloni nuovi: pretendesti che anche io dovevo conoscere questo sistema della “rilevanza”, e io lì, che mi fidavo di te, la studiai a tal punto che me la feci amica, e poi alleata, la rilevanza. In poco tempo anche lei fu parte di me. Diventai il caffè più rilevante per te. E tu anche lì eri stracontenta. Solo che per me cominciò a cambiare qualcosa. Aprii gli occhi. Cominciai a pensare che il tuo era un amore non disinteressato.

Tu non mi offrivi ai tuoi fans, tu mi vendevi. Su ogni complimento, su ogni feedback, tu ci lucravi. E più è cresciuto il nostro amore, più ci hai guadagnato. Mi arrabbiai per questo. E poi il nostro rapporto cominciava ad essere ossessivo. Io e e te, te e io, e quindi mi allontanai un po’ per pensare. Iniziavo a concentrarmi su di me. Mi dissi, ora me la creo io a mio piacimento una piattaforma con cui farci l’amore senza che pretenda nulla in cambio. La chiamai come il mio caffè: caffecarbonellishop. Con lei si erano invertiti i ruoli. Io ero tutto impettito, e lei timida, che pian piano in due anni è cresciuta, portando sempre nuovi amici ad apprezzare il mio caffè. Io per lei sono sempre stato l’unico. Mentre tu mi hai sempre fatto pensare che te la facevi un po’ con tutti.
In quest’ultimo anno poi? Ah, che delusione.

Veramente forse abbiamo bisogno di una pausa di riflessione, mia cara eBay. Non mi chiami più “amore”, io che cerco di ricostruire un rapporto portandoti sempre più caffè, riempiendo me e te di feedback per mostrarmi sempre più bello ai tuoi occhi. E tu? Tu che porti altre novità. Ora per te non esiste più la categoria dei “power seller” dove io mi sentivo come un supereroe dei cartoni animati. NO! Ora ci dobbiamo adeguare all’europa anche noi. E allora io e tutti quelli come me (e qui ho capito che devo prendere in mano la situazione), devono stare alle nuove regole. Superare ogni mese un test per entrare nella nuova macrocategoria dei corteggiatori “Affidabilità TOP”. E anche qui mi sono adeguato. Ho detto ok, vuoi questo? E ti darò questo! Te l’ho dato per due mesi. Due mesi di stress, di lavoro costante. Preciso, puntuale. Perfetto!

E poi? Poi quando arrivano difficoltà che non dipendono da me, quando i miei collaboratori, si, proprio loro che hanno sempre svolto il loro dovere, quando loro hanno qualche problema, qualche ritardo, non ti portano il caffè nei tempi giusti a causa della crisi che tu conosci bene, perchè non vuoi dirlo, ma anche tu ti stai fottendo dalla paura, è questa la verità di tutti questi tuoi cambiamenti, beh che fai? Quando io con loro abbiamo bisogno di un po’ di comprensione. Tu che fai? Ci sbatti le porte in faccia come se fossimo uno di quelli da una botta e via? E ci fai fuori dal tuo nuovo capriccio “affidabilità top”?

Settemilacinquecento feedback di amici che in questi anni sono stati contenti di noi, e tu dai credito a sei, dico sei impazienti ed uno scellerato? Che ho anche il dubbio che stia giocando sporco solo per portarti via da me?
Rifletti mia cara, rifletti. Io mi prenderò una pausa di riflessione lunga non so quanto in cui mi limiterò ad usarti, come tu fai con me.

Rifletti anche tu, e se capirai, allora sarà tutto ancor più bello di prima.
Io intanto offro il mio caffè al mondo anche senza di te.